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il Montello - territorio e la storia...


Il Montello è una 'strana' collina di terra rossa che si eleva, isolata e ben definita, poco oltre i 300 metri a sud dell'attuale corso del fiume Piave, la cui vicinanza rese il territorio luogo ideale per gli insediamenti umani.

IL MONTELLO è relativamente poco abitato e boscoso, ma attorno ci sono cittadine molto vivaci e densamente abitate, la più importante delle quali è Montebelluna. 

Geologicamente, la collina, dalla tipica colorazione rossa, è una struttura di conglomerati alluvionali, che si é formata  tra i 60 e i 5 milioni di anni fa.

 

Il paesaggio del Montello è dominato dal bosco, un tempo prevalentemente bosco di quercia,  che fu  rigorosamente vincolato da leggi della Serenissima Repubblica Veneta. Infatti il 'Bosco della Serenissima' serviva per il legname dei cantieri veneziani. 

Durante il suo dominio, la Repubblica di Venezia portò, in queste terre,  un periodo di pace e tranquillità durante il quale furono introdotte  nuove colture. I mercanti veneziani, infatti, seppero immediatamente riconoscere il valore delle nuove coltivazioni arrivate delle Americhe: mais, patate, fagioli, pomodori e alcuni nuovi vitigni.

Fin dal 1471 la Serenissima Repubblica di Venezia si preoccupò direttamente del 

 

 

Bosco del Montello che divenne riserva forestale dell’Arsenale.

Per tutelare il bosco nel 1515 vennero nominati i “saltari”, una sorta di custodi del bosco e nel 1527 venne eletto un primo “Capitano del Bosco del Montello” che era impegnato nella sorveglianza del patrimonio boschivo con l’aiuto di alcune guardie a cavallo. 

Questa politica aveva lo scopo di  pianificare la  coltura forestale, in modo che fosse  in grado di assicurare una costante e continua produzione di legname per l’Arsenale.  Nessuno, senza regolare permesso, poteva tagliare né rami, né cime, né piante di alcun tipo. Furono previste pene gravi anche per chi, falciando l’erba, avesse inavvertitamente tagliato le piccole querce.

Durante la “coltivazione” delle querce, cui si rivolgevano le particolari attenzioni della Serenissima, si praticavano speciali potature in grado di modellare il tronco adattandolo ad una determinata parte della nave. Tali tecniche silvicole erano estremamente specializzate e degne della moderna foresticoltura.

Ma, con la caduta della Repubblica di Venezia, venne a mancare anche  la protezione del bosco.

Con l’avvento della Repubblica Italiana, (Legge Bertolini del 1892), l’area forestale venne disboscata quasi per intero e assegnata per metà a famiglie povere e l’altra metà venduta a privati per favorire la crescita delle aree 

agricole, facilitata anche dalla costruzione delle prime strade interpoderali, che servivano trasversalmente e longitudinalmente tutta la collina. Ma l’assenza di corsi di acqua superficiali, non favorì  lo sviluppo delle coltivazioni e lentamente il bosco tornò ad essere” il  padrone” del Montello.

Durante gli anni della Grande Guerra il Montello si ritrovò in prima linea e divenne un poderoso sistema difensivo che portò di nuvo al disboscamento di quasi tutta l’area, per costruire le opere militari necessarie ad ostacolare l’avanzata dell’esercito austro-ungarico. La guerra, purtroppo, cancellò quasi tutto il  patrimonio storico, artistico e culturale che aveva segnato lo splendore di quest’area. 

Sulle colline argillose del Montello, il clima è secco d’estate e rigido d’inverno e le forti pendenze (i vigneti sono ben esposti e ubicati su terreni collinari o pedecollinari) e la particolare disposizione del terreno fanno sì che la vite sia una delle poche colture che riescono a sopravvivere in questo ambiente. La vite, secondo queste condizioni climatiche e ambientali, dà origine a una limitata produzione di elevata qualità, che viene mantenuta grazie anche alle pratiche arboree applicate durante la stagione vegetativa, come ad esempio il diradamento estivo dei grappoli, l’inerbimento dei filari ed una potatura drastica invernale.